Una grande tarsia di Rolando Chiaraluce ricorda il sisma a Norcia e il patrono San Benedetto „Una grande tarsia di Rolando Chiaraluce alla BCC ricorda il sisma di Norcia e il patrono San Benedetto. Una vetrina che ospita abitualmente opere d’arte. Rolando Chiaraluce è peraltro uno degli ultimi cultori della difficile arte della tarsia. Gli anni passai nella grande falegnameria Arcelli e Porticelli, ubicata nel portico conventuale di Santa Maria Nuova, alla Pesa, gli hanno fatto maturare una confidenza unica col legno, aiutandolo a penetrare nelle pieghe più profonde delle fibre.“
Saranno I critici d’arte a definire il valore di quest’opera che aspetta una collocazione migliore di un modesto laboratorio in un condominio di Perugia. Certo è che dl Rolando, il falegname di quella borghesia innamorata dei mobili su misura , qualcuno ha scritto che «è dotato di una tecnica raffinatissima su una elegante operatività, in cui I tasselli di legno concorrono alla formazione di un risultato artistico di grande pregnanza emozionale». Da tre anni la gente di Norcia si chiede «ingegneri ed architetti riusciranno a fare altrettanto?».
articolo di Mario Mariano del 18 agosto 2019
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“Il legno, un materiale antico unito alla grande passione nell’ intarsio ed a una sapiente tecnica rendono unici e inimitabili questi quadri.
Rolando Chiaraluce da famoso artigiano è diventato un artista del legno. Un approdo inevitabile considerando la sua sensibilià artistica e la pazienza di un certosino nell’ assemblare infinite piccolissime particelle di legno che diventano colore piene di fascino.
Una produzione vasta di paesaggi, scorci di Perugia. Sembrano opere di altri tempi, quando l’arte era sostenuta oltre che dal talento anche da tanta passione.
Il suo è anche un insegnamento ai tanti cosiddetti “artisti” di oggi dove l’improvvisazione e la fretta producono opere che non hanno nulla a che fare con l’arte. Complimenti vivissimi a Rolando e sempre ad maiore.”
N.Palloni
Un quadro per sveltire la ricostruzione di Norcia
Intanto il suo è un messaggio forte rivolta a quelli che dovrebbero fare la ricostruzione vera e, invece, da anni parlano, promettono, e comunque viaggiano alla velocità delle lumache. Chiaraluce si è messo al lavoro quasi subito dopo il cataclisma ha raccolto tutte le forze (che ha volte scarseggiano per una vita di fatica fisica Imponente) e con gli attrezzi del mestiere ha riproposto la piazza così come era prima della devastazione. «Non potevo restare indifferente davanti ad una visione tanto sconfortante e pochi giorni dopo aver visto in televisione quelle macerie è cresciuto in me il desiderio di offrire un piccolo contributo».
Falegname per oltre mezzo secolo, Chiaraluce da 15 anni si dedica interamente a lavori dì intarsio che ripropongono opere di grandi artisti, non solo di caratura mondiale come Giotto. Michelangelo, Il Perugino, ma anche nazionale, come il perugino monsignor Palloni, del quale è stato un fedele collaboratore. «Ho eseguito lavori in legno nella sala consiliare della Camera di Commercio di Perugia, nella Sala Lippi della Cassa di Risparmio e poi arredi in legno per l’al¬tare della chiesa dell’ospedale Santa Maria della Misericordia – ricorda con un pizzico di orgoglio – onorato di aver unito le mie opere al mosaico disegnato dal presule pittore». La vita di un artista sul generis è cambiata, da quando nel 2004, è stato fermato da una severa patologia, con intervento chirurgico e tante complicanze: ceduto ai dipendenti la falegnameria , da allora si è dedicato esclusivamente alla intarsiatura, opere che hanno avuto riconoscimenti in mostre di tutta Italia, che figurano nelle collezioni private di famiglie perugine e non. Gli ultimi esemplari arricchiscono invece le pareti della sua casa di Madonna Alta. «Visto che praticamente a salvarmi la vita e stato un bisturi. sapiente¬mente usato dai chirurghi, ho voluto esaltare proprio quell’arnese che molto somiglia II cesello». Un Intervento chirurgico per una malattia impegnativa mi ha fatto capire.15 anni fa. «CI furono delle complicazioni do¬po l’intervento chirurgico, un’infezione che poteva costarmi cara e da allora ho apprezzato non solo i giorni della vita ma anche le ore, comprese quelle che ho dedicato all’opera che vuole far rivivere in tutto il suo splendore la piazza di Norcia, basilica di San Benedetto compresa».
Saranno I critici d’arte a definire il valore di quest’opera che aspetta una collocazione migliore di un modesto laboratorio in un condominio di Perugia. Certo è che dl Rolando, il falegname di quella borghesia innamorata dei mobili su misura , qualcuno ha scritto che «è dotato di una tecnica raffinatissima su una elegante operatività, in cui I tasselli di legno concorrono alla formazione di un risultato artistico di grande pregnanza emozionale». Da tre anni la gente di Norcia si chiede «ingegneri ed architetti riusciranno a fare altrettanto?».
articolo di Mario Mariano del 18 agosto 2019
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